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La Torre Civica, Rosarno e il suo simbolo


A partire dal tardo settecento viene ripresa la tradizione delle torri civiche per rappresentare simbolicamente le comunità ed i loro centri urbani. L’edificazione della Torre civica di Rosarno costituisce uno dei primi esempi del genere realizzati nei ” paesi nuovi ” della Calabria meridionale, ricostruiti dopo il terremoto del 5 febbraio 1783. I lavori della torre furono terminati nel 1812 sotto l’amministrazione del Sindaco Fortunato Laghani. La torre si trova emblematicamente presso il vertice settentrionale del corso principale l’attuale ( Via Garibaldi ) che fino al ventennio fascista, quando fu realizzata l’attuale piazza Duomo, aveva costituito l’asse urbano centrale e più importante di Rosarno, attorno al quale gravitavano tutti gli edifici civili e religiosi più importanti. Il ” paese nuovo” venne ricostruito dopo il terremoto, come imposto dalle leggi di Re Ferdinando IV di Borbone, sul luogo del centro distrutto ed organizzato su tre assi longitudinali principali e corrispondenti all’attuale Via Immacolata ad ovest, Via Umberto I ad est e dal Corso Garibaldi al centro. La Torre Civica si colloca all’inizio sul lato nord dell’asse centrale del Corso Garibaldi ed il suo orologio poteva essere osservato anche da Piazza del Popolo, fulcro meridionale del centro urbano agli inizi dell’800.La torre civica si inserisce dunque in un preciso disegno urbano sul finire del XVIII secolo volto a dare nuovo lustro alla comunità locale dopo il terremoto del 1783.

La Torre civica ha un’altezza di oltre 15 m comprendendo anche la porzione sommitale del tetto a quattro spioventi sulla quale si imposta una croce in ferro. Lo sviluppo in elevato dell’edificio è su due livelli divisi da un sottile cordolo in mattoni e da un fregio liscio realizzato su più fasce richiamanti vagamente lo stile ionico classico. Questi livelli sono incorniciati da lisce lesene laterali realizzate sui pilastri d’angolo ed arricchiti da una finestrella ovale nella parte alta incorniciata da un elemento decorativo curvo, caratteristico dell’allora dominante moda tardo barocca. Capitelli d’ angolo a volute sempre realizzati in stucco, richiamanti anch’essi lo stile vagamente ionico classico coronano la parte sommitale delle lesene d’angolo.

Il settore sommitale incornicia l’orologio con tre archetti, due laterali a sesto acuto ed uno a tutto sesto centrale, ricreando un elegante connubio di linee e forme, arricchito dagli elementi di cornice in ferro battuto e dalla campana sommitale.

Una scala che corre all’interno era necessaria per permettere la manutenzione degli ingranaggi dell’orologio. L’orologiaio addetto nominato dal comune per oltre cinquanta anni fu Antonio Garruzzo. Dai documenti conservati negli archivi risulta che la manutenzione era estremamente onerosa, per questo motivo dagli inizi del novecento l’orologio non fu più in funzione. L’orologio civico riprodotto in molte immagini del ‘900, perse nel tempo il suo ruolo centrale identitario della città e solo a partire dagli anni ‘80 cominciarono ad essere intraprese iniziative per il restauro e la conservazione del monumento. Tra gli interventi venne fatto anche un piccolo scavo archeologico profondo 2 metri nella parte antistante la torre che fece rinvenire diversi reperti di epoca medievale e frammenti ossei che testimoniano come chiaramente il luogo era il cuore strategico del vecchio centro abitato, sfruttato con grande continuità nei secoli. L’ultimo restauro della Torre Civica è del 2002, curato dall’arch. Mamone e con la relazione geotecnica del dott. Alberto Colaci durante l’amministrazione Lavorato, con l’obiettivo di risanare la struttura (che presentava problemi statici in parte causati dal restauro del 1983) e di rafforzare lo spazio pubblico con una nuova pavimentazione e arredi nell’area antistante la torre, proseguendo con il solco tracciato dall’inaugurazione dell’ex via Ospizio come Piazza San Giovanni Bosco avvenuta il 22 Maggio 1988. L’orologio, caratteristica delle Torri civiche in senso stretto volto a scandire le ore della vita quotidiana civile della città a differenza dei campanili delle chiese volti con il suono delle campane a scandire la vita religiosa, è tornato in funzione da poco tempo grazie all’attività volontaria prestata gratuitamente da un cittadino il signor Edoardo Gallucci.

Nel territorio della Piana di Rosarno – Gioia Tauro esistono altri esempi di Torre civica quasi tutti più recenti di quella di Rosarno (le torri di Palmi e Terranova Sappo Minulio per fare qualche esempio).

La percezione delle torri civiche nella comunità come simbolo della città è molto forte da sempre, le torri sono testimoni di momenti storici particolari, prevalentemente di rinascita dopo eventi drammatici, come i terremoti. Nella nostra comunità è da sempre elemento di identità tanto che diverse sono le riproduzioni con diverse finalità della stessa ( foto, quadri, immagini di copertine di libri, premi per rappresentazioni teatrali).

Se è vero che ogni monumento ha due facce una per il proprio tempo ed una per il futuro, per l’eternità, sicuramente la Torre civica ci trasmette dalla sua costruzione il messaggio che si può sempre rinascere come comunità.

Testo e foto tratti dalle Tavole donate dal Dottor Gianluca Sapio all’Associazione Nuovamente in occasione del Festival Nazionale di Teatro Nuovamente Teatro Popularia – Premi Medma e Gianni Iannizzi 2017 e con integrazioni prese da documenti gentilmente concessi da Pino Collia

Torre Civica ed Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice anni 50
Torre Civica anni 30 vista da palazzo Naso
Torre parzialmente restaurata anni 90
Soldati della V Armata entrano a Rosarno settembre 1943 ( da G. Marciano operazione Bay Town )
la torre civica associazione nuovamente calamite
Area antistanterealizzata con il restauro della torre del 2002 e curata dall’ass. Nuovamente