Il medico-poeta dal cuore gentile
Francesco Greco nasce il 17 febbraio 1935 a Rosarno da Vincenzo ( perito agronomo) e Maria Repaci. Frequenta le scuole elementari e medie a Rosarno, si sposta successivamente al Liceo Ginnasio di Palmi. Conseguita la maturità classica, si iscrive presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina. Frequenta il biennio e poi si trasferisce a Napoli, dove consegue la Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1963. Si specializza in Cardiologia all’Università di Torino. Comincia a lavorare presso l’ospedale di Napoli e dopo cinque anni, nel 1968, rientra a Rosarno, dove da allora si dedica all’attività di cardiologo nel suo studio convenzionato, dando così la possibilità ai cittadini del territorio di poter usufruire del servizio di cardiologia. Dal 1969 al 1987 è Dirigente del Poliambulatorio Ex Inam-Asl n°10 di Gioia Tauro.
Negli anni ’80 con il dott. Donato Stelitano e altri illustri medici rosarnesi fonda il Circolo Medico “Esculapio”, che per decenni- attraverso convegni, corsi di aggiornamento, progetti sanitari – svolge una capillare e brillante attività di medicina sociale nel territorio, diventando un punto di riferimento scientifico e sanitario per le autorità istituzionali, l’ordine professionale dei medici reggini e soprattutto per i cittadini, che partecipano numerosi alle attività del sodalizio socio-culturale. Un’attività senz’altro pioneristica per i tempi di allora.
Fra i simposi più importanti che si sono svolti a Rosarno, si possono annoverare quelli su “Igiene ambientale e salute pubblica”, “ Le malattie del fegato”, “ L’inquinamento atmosferico”, “Le malattie della prostata”, “Il post-infarto”, “La dieta mediterranea”, “ Lotta al morbo di Cooley”, preceduto da uno screening fatto nelle scuole in collaborazione con l’Ematologia di Reggio Calabria al fine di valutare la prevalenza percentuale dei portatori sani. Tale screening ha consentito alle autorità sanitarie regionali di valutare positivamente l’opportunità dell’acquisto delle attrezzature per i trapianti midollari, divenendo in tal modo “Centro ematologico d’eccellenza”. Fra le lodevoli attività di prevenzione sanitaria a favore dei più giovani ricordiamo inoltre lo screening nelle scuole dal tema “ Anemia mediterranea. Prevalenza dei portatori sani”, svoltosi a Rosarno, nonché decine di simposi realizzati in tutta la Calabria.
A partire dal mese di marzo del 1992 il dott. Greco, nella qualità di coordinatore interdisciplinare della specialistica ambulatoriale, propone ed ottiene dall’Asl di competenza l’incarico di attivare un servizio di medicina specialistica preventiva nelle scuole, da eseguire su richiesta dei dirigenti scolastici e con l’ausilio degli specialisti ambulatoriali.
Il 27 novembre 1993 con la fattiva collaborazione della Diocesi di Oppido-Palmi, del Circolo Medico Esculapio e con la partecipazione dell’Istituto di Bioetica dell’Università di Roma, il dott. Greco promuove il primo convegno nazionale sull’impotenza, dal titolo “ L’impotenza problema sociale”, tenutosi presso il salone della scuola elementare di Rosarno. Al convegno relazionano specialisti di diverse discipline provenienti da tutta Italia, tra cui il prof. Santeusanio dell’Università di Perugia, presidente dei Medici Cattolici Italiani, ed il prof. Isidori, andrologo dell’Università di Roma.
Nel 1996 il dott. Greco diviene socio fondatore e primo presidente dell’A.R.C.A Calabria (Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali), carica mantenuta per 6 anni consecutivi. In detta qualità il dott. Greco organizza, sempre a Rosarno, il 22 ottobre 1996, un simposio avente per tema la“Prevenzione delle patologie cardiovascolari nel territorio. Ipertensione arteriosa: successi e problemi aperti”. A trattare l’importante tematica viene chiamato il dott. Mancia, Direttore della Cattedra di Medicina Interna dell’Università di Milano.
Il 14 ottobre 2000 organizza presso l’Hotel Vittoria il convegno “Le basi genetiche delle malattie cardiovascolari”, alla presenza di autorità sanitarie e istituzionali, nonché di numerosi medici del territorio e di cittadini. L’attività di sensibilizzazione sulle malattie cardiovascolari procede instancabile e ottiene numerosi riconoscimenti nella comunità scientifica e presso le autorità istituzionali.
Il 23 novembre 2002 il dott. Greco in collaborazione con l’ARCA e il Lions Club di Polistena Brutium, promuove e modera un convegno di stringente attualità non solo sanitaria, ma anche economica e sociale, dal titolo “Agrumi, olio, vino. Tre fonti di salute e di sviluppo economico” presso l’Auditorium del Liceo Scientifico di Rosarno, con la prestigiosa partecipazione del prof. Giorgio Calabrese, il quale a fine convegno ha sottolineato: “Non pensavo di trovare a Rosarno un convegno così bene organizzato e di così alto valore scientifico”.
Un altro importante simposio sull’importanza di una corretta alimentazione e di un sano stile di vita verrà realizzato un anno dopo, il 13 dicembre 2003, sempre presso il Liceo Scientifico di Rosarno, avente per titolo “L’olio della buona salute”.
Nel 2016 si svolge uno degli ultimi convegni, incentrato sulla “Prevenzione della morte cardiaca improvvisa giovanile” presso il Liceo Scientifico di Rosarno. Convegno preceduto da un accurato screening sulla popolazione scolastica dell’Istituto.
Oltre all’attività professionale di cardiologo e a quella sociale di promotore di iniziative a carattere sanitario, ambientale, socio-culturale volte alla tutela della salute pubblica, il dott. Greco da sempre coltiva la passione per la poesia. Si può ben dire, dunque, che Esculapio, nume tutelare della medicina ed Erato, musa ispiratrice della poesia, accompagnano il cammino esistenziale del medico-poeta dal cuore gentile.
Di seguito presentiamo alcuni componimenti dell’autore, cominciando dall’Inno di Rosarno, composto sulla falsariga e le note dell’Inno d’Italia: un vibrante e autentico canto d’amore per il borgo natio. L’orgoglio delle radici magnogreche e il sussulto verso ideali di giustizia, cultura, solidarietà ha ispirato l’autore anche nel sentito componimento “Il desiderio”.
INNO DI ROSARNO
( sottofondo musicale Inno d’Italia. Scritto dal dott. Greco e ripreso in più occasioni dalla dirigente dell’Istituto “R. Piria” Maria Rosaria Russo e dai giovani liceali)
Fratelli di Rosarno
è l’ora di agire…
e la nostra voce
si faccia sentire!
Noi della cultura
gli alfieri saremo,
e combatteremo
le forze del mal!
Uniamoci dunque
Rosarno ci chiama
e la ingiusta fama
Così cambierà!
Il dott. Greco è inoltre autore di un prezioso volumetto di poesie intitolato “Dal cuore…al cuore. Poesie di un esperto di cuore” ( 2015), di cui riportiamo volentieri alcune liriche e uno stralcio della presentazione a cura del dott. Michele Mammola. Il libro è stato presentato a Gioia Tauro nel 2015 dall’Associazione “Kairos”, nell’ambito del cartellone eventi previsto per i Caffè Letterari.
Presentazione
a cura del dott. Michele Mammola
Sono molto grato alla Presidente Kairos, Milena Marvasi Panunzio, per avermi dato il compito, di cui sono molto onorato, di presentare dei versi inediti del mio amico fraterno Francesco Greco, compito in verità molto arduo non solo per l’affetto sincero e disinteressato che mi lega all’autore da 46 anni, ma anche perché la partecipazione a questo Caffè Letterario costituisce per me occasione opportuna per poter parlare di un’arte che forse, al giorno d’oggi, è un po’ trascurata. Possiamo però affermare senza alcun dubbio che l’inclinazione più profonda dell’uomo è la poesia, che nel suo senso più ampio e complesso è un atto creativo. Si dice che l’uomo prima di parlare abbia cantato, che prima di scrivere prosa abbia fatto poesia.
Parlando ora delle poesie del mio amico Francesco Greco devo confessarvi che lui non voleva manifestare in pubblico le sue impressioni poetiche, essendo un soggetto riservato, schivo da qualsiasi forma di pubblicità. Ma, durante qualche viaggio fatto insieme a lui e dopo aver ascoltato dalla sua viva voce qualche suo lavoro poetico, mi sono proprio convinto che era opportuno far conoscere anche ad altri le sue sensazioni vissute o ricordate nei momenti più belli o meno belli, associate a riflessioni su fatti accadutigli tristi o gioiosi che hanno colpito la sua sensibilità, fino a spingerlo a scrivere quella determinata poesia.
E ancora sono felice di constatare che l’immediatezza dei suoi pensieri è veramente sorprendente e il suo linguaggio è profondamente reale e umano, preso nelle morse di questo mondo e nelle spire di emozioni contrastanti, di passioni personali, di memorie, di constatazioni, di reazioni, di nostalgie e forse anche di qualche rimpianto…insomma è carico di veri sentimenti!
La sua è poesia dell’uomo, dell’uomo che ci dice degli aneliti e delle aspirazioni che ci nobilitano, tanto quanto delle lacerazioni e delle sofferenze che ci sfiancano e ci deprimono. Francesco Greco, in questo suo cammino poetico, rivive amori di gioventù, speranze, sensazioni, sogni, illusioni, incontri, amarezze, delusioni! Le sue parole sono semplici, immediate e dirette, senza alcun orpello o inutile tecnicismo sintattico e vanno immediatamente a segno, come la freccia scagliata dall’arco di un tiratore scelto.
Francesco Greco ha rappresentato fatti vissuti nelle varie fasi della sua vita:
- quando, ancora quattordicenne, inneggia al Carnevale;
- quando, studente del ginnasio, è alle prime esperienze di amore puro;
- quando studente liceale, smaliziato, apprezza le belle forme della professoressa di latino;
- quando da giovane riflessivo si cimenta in pensieri filosofici;
- quando “il farfallone amoroso del Don Giovanni di Mozart” ricorda un’avventura erotica;
- quando uomo maturo, riflette sulla vita e la morte;
- quando esplicita il suo grande, meraviglioso amore per Maria, sua moglie, compagna, amica, suo tutto!
- quando, calabrese innamorato del suo paese natio, ci dice come vorrebbe la sua città.
E concludo, rimarcando ancora una volta il concetto che la poesia ha tra i fini importantissimi, la funzione di trasmettere agli altri una saggezza, un modo di concepire la vita, una coscienza morale. Se la poesia non porta ad un arricchimento della nostra coscienza, vorrà dire che ha rinunciato alla sua più importante funzione. Con questa sua raccolta di versi, Francesco Greco ha davvero raggiunto il cuore delle persone. Versi che scaturiscono a loro volta dal cuore di una persona d’animo nobile e di rara cultura letteraria oltre, s’intende, di cultura medica.
Primo amore
(1950)
Amor m’indusse a scriver questi versi
per la ragazza ch’io occultamente amai.
Per più anni i miei sentimenti dispersi
e parole d’amor a Lei non dissi mai.
Ma adesso non li posso più fugare
perché più forte palpita il mio cuore.
Quasi ogni notte in sogno Ella mi appare
che le sussurro parole d’amore.
Più non resisto e le vorrei parlare
dirle l’immensità di questo amore
che nessuno mai potrà eguagliare.
Però mi converrebbe restar muto
ch’è s’Ella di un altro è innamorata
io non resisterei a un rifiuto.
Prevenzione
(1989)
Se usati ogghiu d’alivi
e mangiati pisci
l’arterii vi restanu lisci,
ma se troppu grassi mangiati
l’arterii vi diventanu arruggiati.
Il desiderio
(1993)
Come sarebbe bella la mia città
se di via Roma e via Convento
fosse ricoperto di porfido il selciato
ed il costone non d’inutile cemento
ma di alberi fosse ornato.
Come sarebbe bella la mia città
se il Corso fosse veramente illuminato
e la gente potesse passeggiare
senza il pericolo d’essere turbata
da motorette e da persone strane
e la notte passasse senza spari.
Come sarebbe bella la mia città
se il vandalismo, la violenza, la lordura
lasciassero il posto all’impegno e alla cultura.
Bellavista sarebbe frequentata…
e vedresti il mare, i monti e la pianura
e il serpeggiar del fiume, di treni e di vetture
e sentiresti di zagara il profumo.
Come sarebbe bella la mia città
se rivedessi illuminate le fontane
e riscoperti i resti antichi
dai nostri lontani padri tramandati
e delle case più belle le facciate.
Come sarebbe bella la mia città
se non più vedessi immondizie dappertutto
e non sentissi olezzi emananti
da fogne aperte in pieno centro.
Non più rifiuti inquinanti
porterebbe il Mesima all’azzurro mare
ma acqua cristallina.
Così sarebbe bella la mia città
Svegliati Rosarno mia!
Spazza la cenere che copre il tuo candore!
Ricordati chi fosti e tira fuori
il tuo sapere, la tua forza e il tuo amore.
Paura
(1955)
Paura, perché col buio vieni
E la mente divenir di visioni piene?
Un uomo immenso vedo venire ver me
e dir queste parole: “Piangi che se n’è andato il sole”.
Sorge il sole al mattino, indi si posa
ed il domani ricomincia il suo verso.
Ma quando di nostra vita il cammin si ferma
per sempre giacciono le nostre spoglie sotto terra
e di tutto e di tutti c’è l’oblio.
Sol chi al mondo opra lascia
di che l’umano spirito si pascia
fama n’avrà e sì la morte scansa.
Al Soccorso
(1967)
Al Soccorso dalla brezza accarezzato
vedo un astro ruggente che scende verso il mare
rosso di fuoco…comincia a impallidire…
sembra fermarsi…si staglia all’orizzonte
e lancia raggi argentei che l’acqua sembrano ferire.
Ma, ecco, all’improvviso
nl suo corpo si forma una figura:
è il suo viso pallido in una smorfia triste
“Ricordati di me, non sono eterna”
mi sento sussurrare da una voce che vien su dal mare.
Mi giro…nessuno.
Col “cuore aperto” in mano
Lascio il Soccorso e torno tra la folla…
forse ho sognato.
8 marzo
(1987)
Donna! Puoi esser tutto
ma senza l’uomo nulla tu sei.
Così come l’uomo nulla è se non è legato a te.
Cosa resta dopo
(2015)
Or che non c’è più
detersa appare la sua immagine
dal fango e d’altra onta
e resta soltanto il ricordo
delle cose buone.
Resta un virgulto debole
che si piega al soffiar del vento,
ma resta anche un alito
possente e vigoroso
che il virgulto sostiene con amore.
Resta il rimorso a chi nulla fece
per alleviare le sue pene
e resta l’amore a chi ha voluto bene.
La ricerca
(1968)
Ti ho cercato negli altri,
negli uomini, negli animali,
nelle cose, in tutto e dappertutto
…e non ti ho trovato.
Poi ho pensato…
E ti ho cercato in me stesso
…e ti ho trovato.
E poi ti ho trovato negli altri,
negli uomini, negli animali,
nelle cose, in tutto e dappertutto.
Sei in tutto.
L’acqua e la vita
(2015)
Nell’alto di un monte
goccia più goccia
prende forma e diventa un ruscello
che a valle discende
e scendendo s’ingrossa.
Percorre la valle sempre più grosso,
il mare raggiunge
e dentro si spegne,
ma il flusso costante sempre rimane.
Due cellule umane si mettono insieme,
nell’acqua di un ventre
dan corso alla vita di un uomo
che cresce, s’invecchia e giunge alla fine.
Il singolo muore
ma sempre costante rimane
dell’uomo impronta
e della vita il cammino.
A Maria
(15 febbraio 2015)
Dolce custode delle cose tue,
prendi custodia della vita mia,
dentro di te mi sento più sicuro
chè m’hai portato amore, pace ed allegria
dolce custode della vita mia!
In te mi sento come in un forziere
tutto d’oro che si apre solo
con la chiave dell’amore.
Dolce custode della vita mia,
la vita mia è tutta tua.